Alunni diversamente abili in tempo di coronavirus

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Della serie: vai per dare un consiglio e ne ricevi 100, vai per consolare e ricevi consolazione.
Una grande lezione di vita da una mamma. Pubblichiamo integralmente questa lettera densa di amore, passione, determinazione, concretezza e infinito anelito di vita.

LETTERA di una mamma

DA UN PICCOLO ANGOLO DI CASA

e qui una richiesta fatta ad alta voce: chiedo al consiglio dei ministri per Luisa e per tutti i bimbi diversamente abili un’ attenzione diversa, una considerazione che nasce dalla riflessione profonda di queste situazioni di diversa abilità:
contemplare in brevissimo tempo la possibilità di poter avere per questi bimbi lezioni domiciliari oppure nei locali della scuola secondo il loro calendario scolastico sempre usando le dovute precauzioni sanitarie mascherina e guanti facilmente sormontabili.

per favore non dimenticatevi di coloro che sono stati già penalizzati, non infliggete ulteriori affanni e non dimenticate:
“l’ esperienza scolpisce il cervello” date la possibilità a questi ragazzi anche in questo periodo l’ esperienza di una scuola mediata dall’insegnante.

“Mamma, mamma vieni a giocare con me dentro la mia casa?

si, la casa di Luisa recintata con un lungo tappeto messo in verticale e posizionato a mo’ di recinto contenitivo ….si così che giocando ha immaginato la sua casa.

Nulla di più normale penserete, specialmente se stiamo parlando di una bimba di sei anni.

E se vi dicessi che è una delle prime volte che mia figlia mi fa una frase compiuta e grammaticalmente corretta???
Si Luisa é una bimba di sei anni, i primi mesi di vita belli ed emozionanti, figlia unica desiderata con tutto il cuore e la mente.
Ad un anno la deambulazione sembra lontanissima, visita scrupolosa dall’ortopedico, che ci invita a fare una visita da un neuropsichiatra, e per chi come noi ha un figlio con qualche difficoltà sa che potrebbe essere una di quelle visite che potrebbero cambiarti la vita…
Neuropsichiatra, passo successivo neuropsichiatria Bambin Gesù: ritardo psico motorio ( che dice tanto e non dice nulla), terapie riabilitative dai due anni di vita per 4 volte a settimana, scombussolamenti interiori che interferiscono negli equilibri sociali ed emotivi del papa’, della mamma ma soprattutto di Luisa.
Arriva la deambulazione verso i 2 anni, le prime paroline verso i 4 anni.
Attivazione del sostegno scolastico dal primo anno di scuola dell’ infanzia .

“l’ esperienza scolpisce il cervello , specialmente nell’infanzia” (D. Goleman), terapie riabilitative, piccoli ma frequenti colloqui con le insegnanti, rivoluzione familiare su come relazionarsi con Luisa in maniera univoca, coerente e non contraddittoria, attività extra curriculari di gruppo e individuali: danza classica, nuoto, ippoterapia, musicoterapia, inviti a casa di amiche, ginnastica artistica, partecipazione ad ogni organizzazione collettiva per bambini………..i frutti e le speranze iniziano a fiorire.

Settembre 2019 inizia la scuola primaria, tra i timori: quali compagni incontrerà? Quali insegnanti avrà? In poco tempo, la certezza e la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta; la fortuna ci aveva messo lo zampino.
Luisa si alza ogni mattino felice di andare a scuola, di incontrare i sui compagni e le sue insegnanti, nulla di più fantastico……..il caratterino testardo di Luisa non semplifica il compito dei maestri, ma loro ce la mettono tutta e i risultati didattici pian piano arrivano, ma il linguaggio tanto atteso esplode come una bomba, la scuola e il modo in cui viene messa in atto è un terreno fertilissimo per lo sviluppo cognitivo di Luisa, pochi mesi e il mio cuore esplode di gioia……..ma………un’ altra bomba è in arrivo: covid19 è il suo nome………………….eravamo lì, all’uscita di scuola; maestra allora ci vedremo lunedì perché la scuola chiuderà per una settimana ! Ma la maestra era ancora ignara della comunicazione che il sindaco aveva dato pochi minuti prima.

..Italia cara Italia, siamo in piena emergenza e il presidente del consiglio dei ministri – Conte- con il primo decreto stabilisce che le scuole resteranno schiuse fino al 3 aprile…e ora che faccio?, e Luisa che farà?, come la farò studiare? Proprio ora che andava alla grande.
Le insegnanti nell’arco di una settimana, chi un giorno prima chi un giorno dopo si attivano con la didattica a distanza, perfetto, che bello!!!!

Luisa non mi ascolta, mi mancano le competenze e delle dinamiche sociali veicolanti.
Vado in allarme subito! Ma perché nessuno mi chiama!
Ma perché la scuola non mi comunica cosa fare con mia figlia disabile?
Per le altre mamme con figli disabili è lo stesso? Tutto standardizzato!
L’emergenza è grave e inizia ad avere una risonanza non solo nazionale, ma mondiale!
Mi devo confortare? no ,vado in panico!
Scrivo subito al dirigente della scuola e chiedo sulla fattibilità di un’assistenza domiciliare, come avevo visto comunicazione sul sito di “Orizzonte Scuola”. Il mattino dopo, benché ci fosse il divieto di uscire se non per strette necessita (e quale più stretta necessità di questa?) andai di persona in segreteria, la mia richiesta era già stata presa in carico e la stavano vagliando e studiando in base alle direttive del decreto.
Mi intrattenni in una breve chiacchierata con il vice preside dove esponevo i miei dubbi: come un disabile soprattutto con disturbi cognitivi, poteva rispondere ad una formula di scuola standardizzata e per lo più priva di stimoli affettivi?

Mi rendevo conto, in cuor mio, che ero troppo ambiziosa, ma ci provai.
Tornai a casa con la promessa che mi avrebbero dato comunicazione a breve.
Tempo due ore o anche meno mi arriva la chiamata dalla direzione scolastica:

Signora il decreto non prevede nulla in merito e gli insegnanti di sostegno non possono andare domiciliarmene a fare assistenza, però l’ articolo al quale lei ci ha posto l’ attenzione parla di assistenza e l’ assistenza e’ di competenza comunale.

Un pò delusa ma piuttosto grintosa mi misi in contatto telefonicamente con l’ assessore alla cultura del comune, anche qui però una negazione netta sulla possibilità dell’ assistenza domiciliare.
Ma allora che posso fare? E quell’articolo su orizzonte scuola a cosa si riferiva?
Vado sul web alla ricerca di associazioni di categoria, ne contatto tante ma non avendo preparazione in merito, per me una vale l’ altra e ricevo risposte molto simili: non è campo di nostra competenza.
Ecco alla fine ne becco una buona: FISH (federazione italiana per il superamento dell’ handicap), chiamo, espongo il mio problema e mi riferisce che l’ articolo era solo una proposta non andata in porto per problematiche plausibili, ma loro come associazione si stavano muovendo a livello nazionale e che avrei dovuto aspettare il nuovo decreto che stava per uscire………le speranze si riaccendono.

Il nuovo decreto esce ,ma nulla di nuovo su ciò che io chiedo, cerco notizie più approfondite sul web ma sono davvero tante, dispersive e non esaustive per me.
Cerco le mail di contatto nel sito della presidenza dei ministri e scrivo le mie richieste: ma figurati se potevano pensare a una comune mortale o a una piccola fetta di società già penalizzata dalla natura! non mi arriva nessuna risposta.
Richiamo dopo qualche giorno la FISH e mi dicono che anche gli altri decreti regolano la didattica a distanza ma nulla di specifico per i disabili. mi mettono in contatto con il signor Salvatore Nocera, che si occupa dell’ inclusione scolastica, ma anche qui nulla, non c’è un minimo trafiletto nel decreto che lasci speranze ai disabili se non la didattica a distanza ( mi vien da dire santa tecnologia ma non basta).

Mi sento soffocare, mi scrivo con delle amiche nonché mamme di bimbe che Luisa frequenta e vanno nella sua stessa classe.
Nel frattempo i compiti arrivano, Luisa ne fa forse il 3%, sono sicura che le maestre non anno pretese con Luisa, ma io non mi sento soddisfatta.
Una mia amica mi consiglia (la cosa più banale, ma alla quale non avevo pensato perché non rispondeva in realtà a ciò che io cercavo, ovvero lezioni domiciliari o a scuola personalizzate per Luisa), comunicare il mio disagio alle insegnanti; così scrissi a tutte le insegnanti se potevano mandare dei messaggi vocali a Luisa che la motivassero emotivamente e che le facessero capire che loro c’ erano anche se Luisa non le vedeva. i primi messaggi arrivarono dalla maestra Carmelita e dalla maestra Giusy , non servirono di certo per far fare più compiti a Luisa aimè, ma le diedero qualcosa di più profondo e importante: emozioni…Luisa iniziò a sorridere, a scappare per casa, e a chiedermi ma chi é la maestra?, perché non andiamo a scuola? ma io non ce l’ ho la tosse? io non ce l’ ho il coronavirus?
Ecco tutto prosegue su questa linea emotiva importante, ma ora, oggi 15/04/2020, dopo tanti decreti, dopo tante incertezza e c’è un’ unica certezza: la scuola non riaprirà a breve ….

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