Sulla riapertura delle scuole a Termoli

Mario Berardino

La riapertura delle scuole a Termoli: rispettoso delle decisioni del Sindaco e dei Dirigenti scolastici che certamente avranno ben considerato rischi e benefici.

Sono un dirigente scolastico di lungo corso, con esperienza in Italia e all’estero, attualmente in pensione, e nella prima ondata del covid-19, in più di un’occasione, ho ribadito la necessità di una scuola in presenza; ma oggi è un’altra storia, oggi non condivido la scelta termolese, ma non condivido neppure la scelta strategica delle riapertura delle scuole in diverse regioni italiane. I rischi sono ancora troppo alti e intorno alla scuola che è fulcro della vita delle comunità (ma ce lo ricordiamo solo in questi frangenti) gira praticamente tutto o quasi e, inevitabilmente, anche il virus. Vogliamo considerare il tema dei diritti, che è lo specifico dell’Associazione “La Casa Dei Diritti” di Termoli, del loro rispetto e delle relative priorità in tempo di crisi?

Proviamoci. Il diritto alla vita e alla salute che oltre ad essere scritti nella nostra Costituzione, sono iscritti nelle nostre coscienze. 800 morti quotidiani in Italia non sono poca cosa, i contagi non sono una possibilità o una evenienza, ma una palese certezza: sappiamo quindi che la riapertura delle scuole comporta contagi, pochi o tanti non importa, sono un rischio che la comunità termolese si prende. Siamo in prossimità del Natale, quando si pensa già alle vacanze; ma c’è propria questa urgenza? C’è proprio questo bisogno di didattica in presenza in questo momento?

Due settimane di scuola in presenza risolvono il problema del dramma della formazione, dell’istruzione e dell’educazione? La Dad o Dadi tanto osannate, sono improvvisamente il male assoluto? Il calendario scolastico in accordo regionale non potrebbe essere rivisto? Non si potrebbe allungare a giugno? In molti paesi europei non è scandaloso ritornare a scuola ad Agosto. Io non capisco, ma ho il velato sospetto che al diritto alla salute si voglia previlegiare quello all’economia.

E io che sono un patito sciatore da una vita, spero solo che non venga in mente a qualcuno di riaprire gli impianti di Campitello Matese.

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