Magazzini pieni con merce ordinata e che non può essere spedita, pagamenti bloccati per le sanzioni: nelle Marche la guerra Russia-Ucraina sta mettendo letteralmente in ginocchio tutto il comparto manifatturiero, a partire dal settore strategico della pelletteria.
Per fare due conti, basti pensare che le aziende marchigiane esportano in questi due paesi all’incirca il 30% della loro produzione. Una situazione estremamente complicata, che sta determinando una pesante crisi di liquidità, e la prospettiva, non remota, di un blocco delle attività produttive anche alla luce del caro energia.
La Casa dei Diritti chiede alla regione l’istituzione di una Zes ( zona economica speciale) per le Marche, che includa anche Civitanova.
“Attraverso la ZES- dice Laura Aramini de la Casa dei Diritti– si potranno attivare una serie di strumenti (tassa piatta, sbrucratizzazione, minor costo del lavoro) che servano a tamponare, nel breve periodo, gli effetti potenzialmente devastanti della crisi, ed in quello medio-lungo a costruire le premesse per uno sviluppo duraturo del comparto, anche in relazione alle attività portuali e retroportuali, nonché di interconnessione logistica del litorale”.
“Oltre a questo -prosegue Aramini- serve un impegno della Regione verso un pacchetto di misure specifico per Civitanova e per tutto comparto, attraverso il sistema delle ” garanzie”, per rendere piu’ agevole l’accesso al credito, e con una moratoria, da richiedere allo Stato, di mutui e finanziamenti per le imprese la cui attività è legata all’import/export con Russia ed Ucraina”.